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“Promootio” nell’università finlandese: tradizioni e significati alla festa dei neo-dottori
Authors: Luigi de Anna
Publisher: La Rondine
Publishing place: Helsinki
Publication year: 2017
Journal: La Rondine: itinerari culturali tra Italia e Finlandia
Issue: 20.2.2017
First page : 1
Last page: 4
Number of pages: 4
Web address : http://www.larondine.fi/
Self-archived copy’s web address: https://research.utu.fi/converis/portal/detail/Publication/29124854
La
promootio è l'evento più
solenne che investe una università finlandese, in occasione del quale a chi ha
conseguito il dottorato di ricerca negli ultimi anni (la festa si tiene
attualmente con un intervallo di tre anni) viene consegnato, oltre al diploma,
il cappello da dottore (un cilindro dalla stoffa di raso pieghettata) e la
spada. Simbolo una volta del Gentiluomo, e oggi del Sapiente. La sera del primo
giorno delle celebrazioni la spada viene affilata dal neo-dottore su una mola,
mentre il suo compagno (o la sua compagna) versa sulla pietra dello spumante
rigidamente finlandese (cioè fatto di vino di bacche). Il secondo giorno è
quello più solenne. La mattina i giovani dottori (ogni anno in media circa 150)
entrano in corteo nella sala dei concerti, l'unica in città abbastanza spaziosa
per contenere i festeggiati ed i loro parenti. I neo-dottori sono preceduti
dall'araldo, dagli studenti in rappresentanza delle corporazioni e dal corpo
dei professori, uomini in frak e donne in abito lungo. Ha poi inizio la
cerimonia della consegna del diploma, del cappello e della spada, la cui
formula è pronunciata in latino e viene ripetuta facoltà per facoltà. La
qualità della pronuncia latina varia da decano di facoltà a decano. Buona quella
degli umanisti, un po’ forzata quella degli scienziati. Alla fine, dottori e
professori, vanno in corteo per le vie della città fino alla cattedrale
luterana, dove si svolge la cerimonia religiosa. La sera, tutti al castello di Turku,
per la cena di rito, sempre in abito da sera e con il cilindro da dottore in
testa, che col passare delle ore diventa un orribile strumento di tortura, una
specie di garrota a tempie e fronte. Verso la mezzanotte si va in una sala
delle feste del centro della città per ballare la polonaise, il pas de Spagne
e il walzer, che nessuno sa ballare,
ma la sala è talmente gremita che basta accennare un passo e il vortice ti
trasporta.
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