C2 Editorial work for a scientific compilation book

IN VIAGGIO: INCONTRI, PERCEZIONI E RIFLESSIONI LUNGO IL FILO DELLA POIESI




AuthorsNovella Di Nunzio, Antonio Sciacovelli

Publishing placeWarszawa

Publication year2020

Series titleItalipolis

Number in series2

Number of pages208

ISBN978-83-286-0080-5


Abstract

Numerosi e inesauribili sono gli itinerari che hanno portato nel corso dei secoli – e continuano a portare – la lingua, la letteratura e la cultura italiane a contatto con lingue, letterature e culture altre: dalle esperienze di viaggio, migrazione, esilio allo “sguardo” che l’Italia proietta sugli “altri” e che – viceversa – gli “altri” proiettano sull’Italia; dalla mediazione linguistico-culturale, tra volgarizzamenti, traduzioni e propaganda, alla glottodidattica e a tutte le possibili prospettive multi- e interdisciplinari. Il volume qui presentato si propone di osservare la questione attraverso il prisma poietico. In ciascuno dei contributi critici raccolti, infatti, si dà spazio a vicende di incontro, confronto e influenza reciproca verificatesi attraverso la mediazione della scrittura: letteraria prima di tutto, ma anche saggistica, autobiografica e privata.
Il saggio di Beatrice Barbalato, posto in apertura quale introduzione teorica generale, è dedicato al rapporto tra piano fenomenico e mimesis letteraria. I restanti saggi sono divisi in due sezioni, all’interno delle quali si succedono seguendo i criteri della cronologia e dell’affinità tematica. I primi nove contributi (dal secondo al decimo) sono dedicati a resoconti, rappresentazioni, trasfigurazioni di viaggi e luoghi reali, come è per l’Italia negli scritti odeporici di Patrick Brydone (1736-1818) e Julian Ochorowicz (1850-1917), analizzati rispettivamente da Ewelina Walendziak ed Ewa Tichoniuk-Wawrowicz, nonché per l’Inghilterra di Svevo riflessa, oltre che negli scritti epistolari e saggistici, anche dalla novella Corto viaggio sentimentale, come emerge dall’analisi di Chiara Marasco. In decenni a noi più vicini sono apparse le opere e gli spazi letterari presi in considerazione nei saggi successivi: la Germania di Gianni Celati nella lettura di Stefano Tieri o l’Uzbekistan di Testori trattato da Diego Varini, la Venezia Giulia di Veit Heinichen presentata da Barbara Sturmar e l’Etiopia di Gabriella Ghermandi, oggetto dello studio di Barbara Kornacka. Chiudono questa parte
le riflessioni di Aleksandra Janczarska sull’“Europa verticale” di Paolo Rumiz e l’immagine della Parigi consegnataci da Andrea Inglese e Alfonso Petrosino, nella ricostruzione di Pierluigi Lanfranchi.
I sette scritti che concludono e completano il volume sono dedicati a esperienze di incontro e intersezione linguistico-culturale verificatesi prevalentemente attraverso il tramite della scrittura. Sergio Portelli ricostruisce la visione di spazi “nostrani”, i luoghi veneziani che videro la vicenda del doge Marino Faliero, nelle opere di E. T. A. Hoffmann e Byron, mentre Dainius Būrė inverte la lente, concentrandosi sulla presenza di nomi e toponimi legati alla storia polacco-lituana in due drammi di Gaetano Martinelli e Gaetano Florio. Con sguardo analitico, Jadwiga Miszalska e Anne-Marie Lieven indagano la presenza della letteratura e della cultura italiana, la prima nel settimanale «Prawda» (1881-1915), la seconda nella sezione Crónicas de Italia della rivista «Cosmópolis» (1919-1921). Questi due saggi sono seguiti dalle riflessioni sulle “intersezioni multiple” che Monica Biasiolo coglie nell’opera di Primo Levi e Yannick Haenel. A Marina Geat spetta il compito di spostare la riflessione sul peculiare rapporto tra settima arte e letteratura, attraverso la lettura delle corrispondenze e della complicità tra George Simenon e Federico Fellini, mentre il contributo di Margherita Verdirame sull’iter transtorico e transculturale di un personaggio popolare, lo sciocco/astuto, mette il punto finale al volume, proponendo un viaggio intercontinentale dall’India alla Sicilia.
Goethe, tornato dal suo viaggio in Italia, scrisse il romanzo Wilhelm Meisters Lehrjahre (Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister, 1795), che ispirò molti anni dopo Handke e Wenders per la realizzazione di Falsche Bewegung (Falso movimento, 1975). In ambedue le opere il protagonista intraprende un viaggio per evadere dall’infelicità della propria condizione, inseguendo un’idea romantica, eppure nel primo caso il viaggio porta arricchimento, maturazione, nel secondo è un “falso movimento”, un “passo falso” che invece comporta sottrazione, perdita, fino alla constatazione di una sconfitta e dell’impossibilità di muoversi. Ogni saggio di questo volume si pone una domanda, affronta un’ipotesi di lettura, considera un genere, scandaglia un corpus e guida inevitabilmente il lettore in un viaggio, che sarà di volta in volta domestico, esotico, reale, fittizio, ancorato al presente o vagante nel passato, oppresso dalle luci della tragedia o ravvivato dalla policromia di paesaggi estremi e sconosciuti. Al lettore spetta dunque interrogarsi sul motivo e sulla riuscita del viaggio, ovvero se esso non sia che un falso movimento.



Last updated on 2024-26-11 at 11:33